Sands (IT)
Chi è Frank Bretschneider? Semplicemente uno degli agitatori della Raster-Noton, e già questo dovrebbe dire molto se non tutto. Ma limitandosi a questo si farebbe certamente un torto a lui e ai dischi prodotti fino a questo momento (tra i quali quelli a nome Komet, sicuramente il suo progetto più conosciuto). Adesso è il momento del secondo disco in solo, in uscita per la newyorkese 12k, che andando ad ascoltare bene si capisce come sarebbe potuto benissimo essere fuoriuscito dal catalogo Raster-Noton. Looping I-VI ripresenta in tutta la sua perfezione tecnica l’estetica dell’elettronica glaciale ed ultraminimale. Analizzando il titolo del disco possiamo confermare la presenza obliqua di loop (che rappresentano qualcosa in più del tema conduttore del disco) ma per quanto riguarda le ‘love songs’ pur non mettendo in dubbio le intenzioni di Bretschneider non possiamo far altro che fidarci della sua buona fede. Parlavamo di loop, ed è innegabile la loro massiccia presenza nel disco; sono sì presenti ma raramente, anzi mai, creano dei groove: sono scandagliati e reiterati nel tempo, destrutturati ed astratti. Nord Modular alla mano (nient’altro che il suo fedele sintetizzatore), il tedesco di Germania imbastisce il suo disco con poco: qualche click, qualche cuts, un serie di tappeti di sottofondo, onde modulari, riverberi sonori (“Rocket Summer”), ogni tanto un breakbeat più convincete che fa capolinea pur conservando la loro natura discreta e velata (“Against A Blue Background”) e qualche suono marziano (“Go! Said The Bird”) che non ci stanno mai male. Non nuovissimo ma gli amanti del genere avranno di che godere.