Blow Up (IT)
Dopo la parentesi Recon (vedi recensione sul numero scorso), Chris Coode torna alla consueta sigla Motion ed esattamente li dove l’avevamo lasciato, ovvero quel formidablile album denominator Dust. E predendo le mosse dalle polveri (zzazioni) del precedente, il nuovo capitolo su 12k è forse ancor più interessante sotto questo profilo. Elementi casuali e colatili, a mo’di lente formazioni cumuliformi sospese alte sopra la testa, istantanee perennemente sgranate e fuori fuoco, una musica evaporata e gentilmente dondolante come la benefica vibrazione di un massaggio, malinconica ambient-glitch dia grandi spazi (di riflessione) nei quali lasciarsi annegare senza opporre resistenza. (8/9)